lunedì 7 gennaio 2013

Gelida notte!


Gelida notte!
Tra lattine vuote si
Stende il clochard.

Lento procede il treno
Su rotaie ghiacciate.

Caffè bollente
Serve il barista al
Lavoratore!

Nella baia silente
Solo l’onda del mare.

Al tiepido sol
Gorgheggia il fringuello
Tra i ciliegi!

Chino, l’uomo semina
Pensando al raccolto

In un sorriso
Giovani amanti con la
Gioia nel cuore

Un ricordo d’amore
Sognato ma negato

Al sole caldo
Tra tuffi e racchette
In riva al mare

Magico ciel azzurro
Sulle verdi risaie!

Tra le nuvole
Vaporose d’autunno
Canta la luna

Viandante solitario
Nella nebbia soffusa.

[Elvira Acampora]

1 commento:

  1. L’hokku è invernale (“gelida notte”) e ha un buon toriawase. Però è un po’ troppo tendente al ji: potrebbe essere un jimon. Inoltre presenta una tematica molto forte che sicuramente restituisce una bella immagine ma che andrebbe evitata in un hokku e crea qualche difficoltà al prosieguo.
    I ku stagionali sono otto (forse un po’ troppi): due invernali iniziali; poi il quinto e il sesto, primaverili; il nono e il decimo, estivi; e gli ultimi due, autunnali. Seguono il ciclo delle stagioni, come è richiesto dallo shisan e sono ben distribuiti.
    Non convince la scelta di iniziare da immagini molto legate all’ambiente umano: in ogni caso appare come un inizio molto “sperimentale” e poco ortodosso. Tutti i ku iniziali sono molto ji, con l’effetto di “partire in sordina”, per così dire. Poi il tono si alza d’improvviso al quarto e quinto ku per ridiscendere subito a picco e rialzarsi poi soltanto nel finale. La sensazione, nel complesso, è che lo shisan proceda a scatti abbastanza casuali: mancano i toni intermedi e, in ultima analisi, una vera padronanza della composizione sinfonica.
    Difficoltà simili si avvertono anche sul piano dello tsukeai: predomina il keiki, che crea sempre qualche intoppo, quando è reiterato. Il “caffè bollente” del daisan è un’ottima opposizione alle “rotaie ghiacciate” del waki, però non esce veramente dalla stazione e quindi è ancora molto legata. Di conseguenza il quarto ku risulta decisamente sganciato, così come il quinto. Manca l’hana no joza (perché “tra i ciliegi” non può essere considerato hana). Il sesto è ben collegato, anche se, ancora una volta, per keiki. Poi, di nuovo, l’amore è introdotto con una certa forzatura perché, semmai, è il “ricordo d’amore” a collegarsi meglio all’immagine del contadino immerso nei pensieri, il che rischia di creare un uchikoshi no kirai. L’estate è introdotta abbastanza bene, perché l’amore “sognato ma negato” fa pensare effettivamente a un amore estivo (anche se si tratta, comunque, di un collegamento molto so). Il “cielo azzurro” si collega bene al mare del maeku. “Verdi risaie” è un altro kigo estivo. Gli ultimi due ku sono ben fatti, molto mon: le “nuvole vaporose” si richiamano bene al cielo del maeku, così come evocano bene la nebbia autunnale che chiude il tutto. Inoltre, il viandante può richiamare giustamente il clochard dell’hokku e questo effetto è molto gradevole.
    Alcuni altri piccoli errori ci sarebbero ma in uno shisan si può sorvolare su certi dettagli.

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