domenica 18 novembre 2012

Ventre di tufo



foto di Diego Rossi
Ventre di tufo
fuori dal cielo bianco

e questi fumi!


Spuntano erbacce e funghi

agli angoli di strada


Pioggia autunnale
nell'impermeabile
arresta il passo

All'entrata riluce

un calore d'attesa.
[Marina Nardone]

1 commento:

  1. L’hokku è molto bello e poetico. Il toriawase è eseguito in modo elegante. Il “cielo bianco”, però, crea non pochi problemi: di per sé, nella tradizione giapponese, non indicherebbe un riferimento all’autunno. È indubbiamente da intendersi come “cielo greve”, “cielo lattiginoso”, dunque annuvolato. Ma potrebbe riferirsi tanto a un cielo primaverile quanto ad uno autunnale. Stranamente “mare di nuvole” è kigo estivo, piuttosto, mentre si usa akigumori (“nuvolosità autunnale”) come kigo autunnale. Tuttavia, in italiano restituisce abbastanza bene l’immagine del cielo autunnale e può, in definitiva, essere accolto come kigo autunnale, mentre sarebbe un peccato perdere la bella espressione “fuori dal cielo bianco” per introdurre un riferimento stagionale più esplicito.
    Il waki sposta l’attenzione sulla strada e amplia la scena dell’hokku. “Funghi” è un ottimo kigo autunnale.
    Il daisan, molto bello, non cambia veramente il contesto dell’uchikoshi ed è shin. Tuttavia introduce un passante e quindi muove la scena in direzione di una domesticità introdotta, non a caso, nel quarto ku. “Impermeabile” sarebbe un kigo invernale, per questo è necessario l’esplicito riferimento del primo verso: “pioggia autunnale”, tra l’altro, ha il pregio di creare un nuovo movimento di toriawase e conferisce alla scena una certa ampiezza descrittiva, in cui s’inserisce la figura di un uomo: in questo modo il ku è decisamente mon o monji.
    L’ultimo ku è un buon finale: non ha alcun riferimento stagionale e comunica una piacevole sensazione di accoglienza. Anche questo è molto shinku e si collega all’atmosfera che si respira in tutto il componimento: il calore di un rifugio familiare contrapposto ai disagi dell’autunno.
    Nel complesso questo yotsumono è un ottimo lavoro, molto compiuto ed efficace, che aggira le pastoie dell’esercizio di stile, per diventare un poemetto a sé. Un vivido bozzetto dell’autunno che comunica molto bene le sensazioni e gli “odori” della stagione. Funzionerebbe un po’ meno come inizio di un renku, proprio per queste caratteristiche: è cioè troppo compiuto e legato e sarebbe molto difficile introdurre ora un nuovo ku senza rischiare di lasciarlo del tutto sospeso.

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