sabato 8 dicembre 2012

Città dolente



Città dolente
Brina sulle cupole
Desolazione!

[Gianfranco Irlanda]

Templi in rovina, case,
Sul presepe incompleto

[Diego Rossi]

Nella pignatta,
Minestra maritata ―
Suoni di strada.

[Gianfranco Irlanda]

Rap a tutto volume.
Scugnizzi col pallone.

[Diego Rossi]

1 commento:

  1. L’hokku è un bel ku invernale (“brina” è il kigo) che rischia però di avere toni troppo cupi. Descrive forse una città del Medio Oriente e lascia supporre uno scenario di guerra. Se fosse l’hokku di un renga sarebbe davvero infelice ma, ipotizzando che sia un passaggio interno, è molto efficace. Il waki lo decostruisce, comunque, rifiutando il tema greve: si collega direttamente alla “brina sulle cupole” e la legge come la neve spruzzata su un “presepe” (kigo invernale). La “desolazione” è spiegata con l’incompletezza del lavoro, per cui compaiono solo le rovine dei templi e le case vuote, senza la presenza dei pastori che le animino. È un ji o, al limite, un jimon, abbastanza neutro, che si collega in maniera piuttosto stretta per kokorozuke (“a senso”).
    Esplicitando il riferimento natalizio, il daisan fa un’associazione d’immagini e suppone un pranzo tipico delle festività: la “minestra maritata” (altro kigo invernale). È un collegamento, tutto sommato, piuttosto lasco, per quanto immediato, che si può definire sostanzialmente un keiki, sebbene si possa scorgere un accostamento di parole, un kotobazuke (il “presepe” e la “minestra maritata”). Abbastanza ji.
    Un altro jiku è il daishi, senza kigo (in questo caso non potrebbe averlo), che si collega ai “suoni di strada”, sia perché ne esplicita il riferimento, sia perché lo legge come “musica da strada” ― rap. Ne vien fuori un quadretto da strada di periferia, con lo stereo a tutto volume di un’auto oppure di una casa, mentre i ragazzini giocano a pallone.
    Ne vien fuori uno yotsumono piuttosto pregevole, senza eccessive pretese, che mostra però un andamento costante e molto vivace (si noti come sia praticamente impossibile trovare un pur labile collegamento tra tsukeku e rispettivo uchikoshi). Sequenze simili sono quelle che si dovrebbero trovare in ogni buon haikai. Ovviamente, in apertura di renga sarebbe decisamente poco ortodosso.

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