Sera d’autunno
Sera d’autunno
Uno squarcio fra nubi
Luna sorride
Si richiudon gli ombrelli
Oh! Le sciarpe nel vento
Il solitario
Viandante si rifugia
Alla taverna
Vin novello nei tini
Fragranza di lampone!
[Elvira Acampora]
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Un componimento molto gradevole, molto descrittivo e tendenzialmente mon. Tuttavia, più che di uno yotsumono, quindi più che di un renga, si tratta di una poesia occidentale, a tutti gli effetti, che si limita a seguire la metrica giapponese. Sarebbe quindi riuscito meglio come sonetto. Perché? Perché, di fatto, è la descrizione di un’unica scena snocciolata in dieci versi: le strofe seguono uno stesso flusso d’immagini, sono sempre un keiki, e non sono collegate bene fra loro. Meglio: il waki potrebbe essere invertito tranquillamente con il daisan o con il daishi, ma anche l’hokku può stare in una qualunque altra posizione. Semmai c’è un passaggio da un quadro d’insieme a un taglio via via più ristretto. Se fosse un sonetto, potrebbe suonare così:
RispondiEliminaUno squarcio fra nubi, sera d’autunno,
La luna sorride e si chiudon gli ombrelli
La sciarpa nel vento, un lieve tintinno,
Solitario viandante tra mulinelli
Di foglie rosse secche e aghi dei pini,
Si rifugia curvo dentro una taverna:
Odor di vin novello tra gli alti tini,
Fragranza di lampone ― mi dia un’averna!
Non particolarmente brillante ma forse più consono ad esprimere un certo tipo d’estetica …