venerdì 29 marzo 2013

Sogno bouganville

Sogno bouganville.
Un’altra primavera
Mi sta svegliando.

Raffredda il cuore e il volo,
giovane tordo, e canta!

Ma ho sentito
strappare i germogli.
Era una scimmia.

Un'ombra tra i rami,
La prima, della sera.

[Stefania Nardone]

© Diego Rossi - San Juan de Capistrano 2012

1 commento:

  1. Si tratta di uno yotsumono, molto bello, che presenta una certa compattezza e continuità semantica. I primi tre ku hanno kigo primaverile (nell'ordine: "primavera", "giovane tordo" e "germogli"), l'ageku e senza kigo. I collegamenti sono nioizuke molto laschi che suggeriscono, però, una comune atmosfera. Ad un primo sguardo si tratta di un esercizio molto scontato che intreccia tre ku sulla primavera, abbastanza semplici, ed un ageku molto sfumato. Esercizio scolastico, pulito. D'altra parte, la presenza del "sogno", così come del "giovane tordo", suggerisce la possibilità di una lettura più allusiva, per cui questo yotsumono può andare sotto la categoria dell'amore. Il risveglio della primavera, dunque, diventa il risveglio dei sensi, e il crescere del desiderio, per cui il richiamo al giovane tordo diventa un'invocazione d'amore, molto suggestiva, soprattutto perché abbinata alla necessità di raffreddare il cuore e di posarsi, per cantare. Il collegamento suggestivo diventa quindi, implicitamente, la descrizione di una delusione d'amore: una scimmia, non un tordo, ha strappato i germogli, violenta e grossolana; e invece del canto d'amore (il tordo), sembra udirsi il grido di uno scimpanzé. Il villano, in luogo di un raffinato amante. Ed ecco che già cala la sera, proiettando ombre, forse stanchezze e perplessità, tra i rami d'un albero lasciato spoglio: il vuoto e il freddo sembrano sopraggiungere al termine di una "splendida giornata", piena di speranze disattese.
    Se questa è, come sembra, la chiave di lettura dello yotsumono, davvero siamo in presenza di una raffinata poesia in perfetto stile Heian, si direbbe. Se c'è una macchia, piuttosto, è nella tendenza all'espressione e al patetismo. Soprattutto il ricorso alla prima persona, nell'hokku e nel daisan, disturba, tanto più che crea un'alternanza e dunque un loop, un uchikoshi no kirai. A parte questo e il ricorso frequente alla dialefe, per il resto si tratta di un ottimo yotsumono. Davvero notevole.

    RispondiElimina