Lo yotsumono è molto bello. Tutti i ku sono molto mon. Al limite troppo. Tutti i ku hanno kigo autunnali: 1. “velo di nebbia”; 2. “luce d’autunno”; 3. “foglie secche”; 4. “storni”. I collegamenti sono tutti molto piani, il che rende i singoli ku un po’ troppo isolati e un po’ troppo fissi sullo stesso genere di immagini (in fondo il waki può essere tranquillamente letto al posto dell’ageku; oppure l’hokku può essere sostituito dal daisan e viceversa; c’è inoltre un rischio di rinne nella riproposizione di un’immagine del cielo nell’ageku, che rischia di creare un loop con il suo uchikoshi). Questo è il difetto principale di questo yotsumono: sembra, alla fine, che descriva quattro dettagli diversi di una stessa scena, per cui si rimane un po’ fermi. Nel complesso va bene, soprattutto come componimento in sé concluso. E andrebbe bene anche in un passaggio particolare di un renga. Alla lunga, però, risulterebbe stancante: si avverte “troppo” che è stato scritto da una sola persona. Per il resto, tutti e quattro i ku sono molto raffinati e costituiscono un ottimo esempio di come dovrebbe essere scritto un monku. È buona anche la ricerca di kigo non scontati, come gli storni, che costituiscono una bella scena autunnale.
Lo yotsumono è molto bello. Tutti i ku sono molto mon. Al limite troppo. Tutti i ku hanno kigo autunnali: 1. “velo di nebbia”; 2. “luce d’autunno”; 3. “foglie secche”; 4. “storni”. I collegamenti sono tutti molto piani, il che rende i singoli ku un po’ troppo isolati e un po’ troppo fissi sullo stesso genere di immagini (in fondo il waki può essere tranquillamente letto al posto dell’ageku; oppure l’hokku può essere sostituito dal daisan e viceversa; c’è inoltre un rischio di rinne nella riproposizione di un’immagine del cielo nell’ageku, che rischia di creare un loop con il suo uchikoshi). Questo è il difetto principale di questo yotsumono: sembra, alla fine, che descriva quattro dettagli diversi di una stessa scena, per cui si rimane un po’ fermi. Nel complesso va bene, soprattutto come componimento in sé concluso. E andrebbe bene anche in un passaggio particolare di un renga. Alla lunga, però, risulterebbe stancante: si avverte “troppo” che è stato scritto da una sola persona. Per il resto, tutti e quattro i ku sono molto raffinati e costituiscono un ottimo esempio di come dovrebbe essere scritto un monku. È buona anche la ricerca di kigo non scontati, come gli storni, che costituiscono una bella scena autunnale.
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