L’hokku è pressoché perfetto: è monji, tendente al mon, e ha un ottimo toriawase, per quanto manchi un vero e proprio kireji. Il “grigio di novembre” è un kigo che non lascia spazio a dubbi. Lo yūgen è abbastanza accentuato, grazie alla vaghezza dei riferimenti, sebbene il “vento sul viso” personalizzi molto la scena. Il waki necessita a sua volta di un kigo: il “mare autunnale” va benissimo. Il collegamento funziona bene, perché il vento dell’hokku è lo stesso, evidentemente, che fa ondeggiare le barche. Inoltre, il nioizuke è assicurato dalla scena molto vaga (anche in questo caso, molto yūgen) e dalla solitudine autunnale che l’avvolge. Quest’odore passa anche nel daisan, che si collega tramite hirazuke, per continuazione della scena: le “luci di lampa” possono riferirsi tanto alle barche del waki quanto alle luci di pescatori sulla spiaggia ― ma anche, ovviamente, alle case, che formano quindi un quadretto quasi presepiale, molto suggestivo. Nel daishi si passa a un interno e a una soggettiva molto tagliata. Riprendendo l’immagine delle lampade nelle case, il campo si restringe su una di quelle finestre, mostrando qualcuno che, nel torpore della sera, magari seduto in poltrona a leggere, si abbandona a piacevoli ricordi. Il collegamento è molto distante, molto so, tuttavia è evidente. Il tono è decisamente ji. Dopo tre ku molto tendenti al mon, un jiku ci sta bene e chiude egregiamente questo yotsumono tecnicamente quasi impeccabile. Il movimento del kishōtenketsu lascia un po’ a desiderare. Tuttavia i collegamenti sono precisi e funzionano molto bene, creando un buon dinamismo pur essendo molto stretti.
L’hokku è pressoché perfetto: è monji, tendente al mon, e ha un ottimo toriawase, per quanto manchi un vero e proprio kireji. Il “grigio di novembre” è un kigo che non lascia spazio a dubbi. Lo yūgen è abbastanza accentuato, grazie alla vaghezza dei riferimenti, sebbene il “vento sul viso” personalizzi molto la scena.
RispondiEliminaIl waki necessita a sua volta di un kigo: il “mare autunnale” va benissimo. Il collegamento funziona bene, perché il vento dell’hokku è lo stesso, evidentemente, che fa ondeggiare le barche. Inoltre, il nioizuke è assicurato dalla scena molto vaga (anche in questo caso, molto yūgen) e dalla solitudine autunnale che l’avvolge.
Quest’odore passa anche nel daisan, che si collega tramite hirazuke, per continuazione della scena: le “luci di lampa” possono riferirsi tanto alle barche del waki quanto alle luci di pescatori sulla spiaggia ― ma anche, ovviamente, alle case, che formano quindi un quadretto quasi presepiale, molto suggestivo.
Nel daishi si passa a un interno e a una soggettiva molto tagliata. Riprendendo l’immagine delle lampade nelle case, il campo si restringe su una di quelle finestre, mostrando qualcuno che, nel torpore della sera, magari seduto in poltrona a leggere, si abbandona a piacevoli ricordi. Il collegamento è molto distante, molto so, tuttavia è evidente. Il tono è decisamente ji. Dopo tre ku molto tendenti al mon, un jiku ci sta bene e chiude egregiamente questo yotsumono tecnicamente quasi impeccabile. Il movimento del kishōtenketsu lascia un po’ a desiderare. Tuttavia i collegamenti sono precisi e funzionano molto bene, creando un buon dinamismo pur essendo molto stretti.