Questo mitsumono propone un’ottima varietà d’immagini. Il kigo (autunnale: “nebbia”) è presente sono nell’hokku. Il waki si collega direttamente al cavalcavia. Si può definire un hirazuke, tuttavia produce un’immagine che modifica molto la scena iniziale. L’“odore di catrame” costituisce il punto d’appoggio per il collegamento del daisan. È un keiki, di fatto, cioè una continuazione di scena, ma produce un’immagine molto vivida, che si allontana abbastanza efficacemente dall’uchikoshi (anche se si rischia di avvertire un lontano rimando al cavalcavia). Inoltre gioca molto bene su un’evocazione d’immagini o, ancor meglio, di odori e diventa quindi un buon esempio di nioizuke. L’odore di catrame evoca così l’immagine di un operaio al lavoro, mentre quasi si avverte l’odore della mensa mescolato a quello del catrame che gli sporca la tuta. Si tratta dunque di due ottimi collegamenti, entrambi molto shin e tuttavia in grado di creare una perfetta variazione.
Questo mitsumono propone un’ottima varietà d’immagini. Il kigo (autunnale: “nebbia”) è presente sono nell’hokku. Il waki si collega direttamente al cavalcavia. Si può definire un hirazuke, tuttavia produce un’immagine che modifica molto la scena iniziale. L’“odore di catrame” costituisce il punto d’appoggio per il collegamento del daisan. È un keiki, di fatto, cioè una continuazione di scena, ma produce un’immagine molto vivida, che si allontana abbastanza efficacemente dall’uchikoshi (anche se si rischia di avvertire un lontano rimando al cavalcavia). Inoltre gioca molto bene su un’evocazione d’immagini o, ancor meglio, di odori e diventa quindi un buon esempio di nioizuke. L’odore di catrame evoca così l’immagine di un operaio al lavoro, mentre quasi si avverte l’odore della mensa mescolato a quello del catrame che gli sporca la tuta.
RispondiEliminaSi tratta dunque di due ottimi collegamenti, entrambi molto shin e tuttavia in grado di creare una perfetta variazione.