Foglie secche Di magnolia al vetro Ah! Malinconia … [Boncha] Melanzane sott’olio Nella vecchia dispensa. [Diego Rossi] La pisside Nell'oro dei secoli L’Immacolata. [Boncha]
Tra le dita il santino Recitando preghiere. [Diego Rossi]
Questo yotsumono è molto fresco e gustoso. Le immagini sono cariche e molto vivide e sono in grado tutte di restituire un intero mondo. Un ottimo esempio di come si possa giocare “di squadra”, passando dalle stelle alle stalle e viceversa, con brio e gusto bozzettistico. L’hokku è già molto ben fatto, in un gusto davvero bonchiano: il tono molto elevato è abbassato dal riferimento al vetro, che lascia supporre si tratti della descrizione di un negozio. Le “foglie secche”, classico kigo autunnale, hanno dunque una certa pluralità di sfumature. È presente un kireji e un ottimo toriawase. È un ku particolarmente felice, dunque, perché consente una vasta scelta di collegamenti, dal momento che è carico di suggestioni. Il waki si collega in modo volutamente spiazzante, per quanto sia piuttosto shin (un soshin o anche uno shinso): la magnolia sotto vetro diventa, per associazione d’immagini, un barattolo di melanzane sott’olio (kigo autunnale, come ogni conserva, in generale), dove l’atmosfera malinconica è garantita dalla vecchia dispensa di casa, carica probabilmente di ricordi. Il tono è decisamente ji. A questo punto, il daisan rilancia l’accostamento d’immagini e procede per kokorozuke, con un paragone molto felice (uno shinso, con ogni probabilità): il barattolo di melanzane sta nella dispensa come la pisside nel tabernacolo, dunque “nell’oro dei secoli” in cui viene trasformato, per così dire, l’olio del maeku e che conferisce a questo ku una certa ampiezza ed elevatezza di tono, per cui si può definire un monji. L’Immacolata (che fornisce il necessario kigo autunnale e celebra la ricorrenza odierna) fa riferimento alla messa in cui è inserita la pisside oppure a una cappella dedicata all’Immacolata Concezione. Il daishi, uno shinku, si collega direttamente a quest’ultima figura, che ora diventa l’immagine stampata su un santino tenuto tra le dita, in preghiera.
Questo yotsumono è molto fresco e gustoso. Le immagini sono cariche e molto vivide e sono in grado tutte di restituire un intero mondo. Un ottimo esempio di come si possa giocare “di squadra”, passando dalle stelle alle stalle e viceversa, con brio e gusto bozzettistico.
RispondiEliminaL’hokku è già molto ben fatto, in un gusto davvero bonchiano: il tono molto elevato è abbassato dal riferimento al vetro, che lascia supporre si tratti della descrizione di un negozio. Le “foglie secche”, classico kigo autunnale, hanno dunque una certa pluralità di sfumature. È presente un kireji e un ottimo toriawase. È un ku particolarmente felice, dunque, perché consente una vasta scelta di collegamenti, dal momento che è carico di suggestioni.
Il waki si collega in modo volutamente spiazzante, per quanto sia piuttosto shin (un soshin o anche uno shinso): la magnolia sotto vetro diventa, per associazione d’immagini, un barattolo di melanzane sott’olio (kigo autunnale, come ogni conserva, in generale), dove l’atmosfera malinconica è garantita dalla vecchia dispensa di casa, carica probabilmente di ricordi. Il tono è decisamente ji.
A questo punto, il daisan rilancia l’accostamento d’immagini e procede per kokorozuke, con un paragone molto felice (uno shinso, con ogni probabilità): il barattolo di melanzane sta nella dispensa come la pisside nel tabernacolo, dunque “nell’oro dei secoli” in cui viene trasformato, per così dire, l’olio del maeku e che conferisce a questo ku una certa ampiezza ed elevatezza di tono, per cui si può definire un monji. L’Immacolata (che fornisce il necessario kigo autunnale e celebra la ricorrenza odierna) fa riferimento alla messa in cui è inserita la pisside oppure a una cappella dedicata all’Immacolata Concezione.
Il daishi, uno shinku, si collega direttamente a quest’ultima figura, che ora diventa l’immagine stampata su un santino tenuto tra le dita, in preghiera.