sabato 8 dicembre 2012

Foglie secche



Foglie secche
Di magnolia al vetro
Ah! Malinconia …

[Boncha]

Melanzane sott’olio
Nella vecchia dispensa.

[Diego Rossi]

La pisside
Nell'oro dei secoli
L’Immacolata.

[Boncha]

Tra le dita il santino
Recitando preghiere.

[Diego Rossi]

1 commento:

  1. Questo yotsumono è molto fresco e gustoso. Le immagini sono cariche e molto vivide e sono in grado tutte di restituire un intero mondo. Un ottimo esempio di come si possa giocare “di squadra”, passando dalle stelle alle stalle e viceversa, con brio e gusto bozzettistico.
    L’hokku è già molto ben fatto, in un gusto davvero bonchiano: il tono molto elevato è abbassato dal riferimento al vetro, che lascia supporre si tratti della descrizione di un negozio. Le “foglie secche”, classico kigo autunnale, hanno dunque una certa pluralità di sfumature. È presente un kireji e un ottimo toriawase. È un ku particolarmente felice, dunque, perché consente una vasta scelta di collegamenti, dal momento che è carico di suggestioni.
    Il waki si collega in modo volutamente spiazzante, per quanto sia piuttosto shin (un soshin o anche uno shinso): la magnolia sotto vetro diventa, per associazione d’immagini, un barattolo di melanzane sott’olio (kigo autunnale, come ogni conserva, in generale), dove l’atmosfera malinconica è garantita dalla vecchia dispensa di casa, carica probabilmente di ricordi. Il tono è decisamente ji.
    A questo punto, il daisan rilancia l’accostamento d’immagini e procede per kokorozuke, con un paragone molto felice (uno shinso, con ogni probabilità): il barattolo di melanzane sta nella dispensa come la pisside nel tabernacolo, dunque “nell’oro dei secoli” in cui viene trasformato, per così dire, l’olio del maeku e che conferisce a questo ku una certa ampiezza ed elevatezza di tono, per cui si può definire un monji. L’Immacolata (che fornisce il necessario kigo autunnale e celebra la ricorrenza odierna) fa riferimento alla messa in cui è inserita la pisside oppure a una cappella dedicata all’Immacolata Concezione.
    Il daishi, uno shinku, si collega direttamente a quest’ultima figura, che ora diventa l’immagine stampata su un santino tenuto tra le dita, in preghiera.

    RispondiElimina